Essere green al giorno d’oggi non è solo un’idea di qualcosa che si realizzerà nel breve termine, non significa più semplicemente aderire o meno ad un ideale o a uno stile di vita.
Ormai non è più una scelta ma una richiesta gridata a gran voce dal nostro stesso pianeta, la terra che ci ospita e ci permette di vivere di essa.
In ogni piccolo gesto, in ogni ambito, personale o professionale, a casa o a lavoro, abbiam ormai il dovere di impegnarci a far si che questo mondo torni al suo splendore iniziare e sia nuovamente accogliente e pronto a ospitare le future generazioni.
Il 10 marzo 2021 è ufficialmente entrato in vigore il Regolamento UE 2019/2088 (Sustainable Finance Disclosure Regulation - SFDR), secondo tale normativa gli attori del settore finanziario e assicurativo, hanno il compito di esporre alcune informazioni relative alle iniziative da adottare per l’integrazione di un approccio ecosostenibile in grado di fronteggiare i rischi legati ad essa e specificare quale sarà il loro approccio agli investimenti da attuare o agli obbiettivi del prodotto (assicurativo o finanziario) in termini di sostenibilità.
Data l’attuale assenza di standard tecnici di regolamentazione (RTS) che dovrebbero essere applicati dal 2022 che contengono dettagli in merito a contenuti e layout delle informazioni da rendicontare, un illuminante studio di banchmark è stato condotto per fornire una prima immagine di quali sono i prodotti sui quali puntare per fare una scelta ecosostenibile.
“Lo studio presenta i risultati di un’analisi sui prodotti di investimento dei rami I-III-VI collocati sul mercato italiano dalle prime 15 imprese in termini di premi per ciascun ramo, per un totale di 27 imprese e 261 prodotti. Per ciascuna categoria di prodotto (Gestioni Separate, Unit-Linked, Multiramo, Fondi Pensione Aperti e PIP) sono stati individuati quelli con caratteristiche ESG ai sensi del SFDR, con l’obiettivo di fornire una prima rappresentazione della situazione del mercato italiano e monitorarne i trend evolutivi nel tempo.” Questo è quello che afferma Giammaria Famiglietti- Principal Actuarial Lead Italy per Oliver Wayman, società autrice dello studio.
La suddivisione dei prodotti analizzati è stata effettuata secondo tre categorie ber precise che determinano il grado di impatto “green” di quel prodotto, come risultato finale abbiamo uno spettro in cui i prodotti vengono posizionati dal meno “green” al più “green” rispettivamente: Non-ESG, Light green e Dark green I risultati della ricerca ci mostrano un quadro piuttosto allarmante, in quanto la maggior parte dei prodotti analizzati, il 75% dei prodotti, rientra nella categoria Non-ESG, il 24,6% dei prodotti rientra nella categoria Light Green e solamente lo 0,4% rientra nella categoria Dark Green.
Alla luce di questi risultati c’è la speranza di poter invertire il più possibile nei prossimi anni l’attuale trend e andare verso la creazione e distribuzione di prodotti che possano essere pensati per essere posizionati nella categoria Dark Green e favorire in questo modo uno sviluppo di un settore ancora troppo poco improntato all’ecosostenibilità.
Report disponibile al seguente link
https://www.oliverwyman.com/content/dam/oliver-wyman/europe/italy/insight/I-prodotti-green-del-mercato-assicurativo-in-Italia.pdf