L’intero settore dei servizi finanziari è in continua trasformazione, un settore rimasto indietro per molti anni, statico e tutt’altro che all’avanguardia, nel giro di pochi anni ha attraversato e sta attraversando delle enormi trasformazioni.
Al primo posto sicuramente il passaggio al digitale e le nuove tecnologie ma la rapida evoluzione del settore non riguarda solamente ciò che viene offerto al cliente finale ma anche il tema dell’inclusività e della parità di genere. Infatti, soprattutto negli ultimi anni si sta riducendo repentinamente e in maniera determinante il gap di genere all’interno delle società che offrono servizi finanziari (comprese le assicurazioni).
L’Italia risulta infatti essere estremamente all’avanguardia sul tema con un altro tasso di presenza femminile dei board.
I dati, nello specifico, ci vengono forniti da “EY European Financial Services Boardroom Monitor” che vede l’Italia come primo Paese in Europa per rappresentanza femminile nei board con il 47% di donne nei cda delle società quotate che operano nel settore finanziario, seguito dalla Francia (44%). La Germania chiude la classifica con il 25% di donne nei cda. Nonostante questi dati confortanti, dobbiamo comunque constatare che sebbene i consigli di amministrazione italiani dei player del settore finanziario ed assicurativo presentino solide competenze per quanto attiene alla finanza, alla contabilità e alla compliance, vi sono ampi margini di miglioramento riguardo alle competenze meno tradizionali, quali sostenibilità, fintech e cybersecurity, ambiti ai quali gli investitori istituzionali guardano con particolare interesse.
“Gli investitori delle società finanziarie e assicurative si aspettano board le cui esperienze e caratteristiche riflettano le capacità necessarie per cogliere le opportunità e le sfide che il settore sta affrontando e che possano rispondere al meglio alle esigenze in rapida e costante evoluzione dei clienti e del mercato -ha commentato Stefano Battista, Italy financial services market leader di EY– I board di tutta Europa dimostrano una grande esperienza in molte delle aree tradizionali, ma sono carenti nelle aree più nuove, come sostenibilità e tecnologia. Inoltre, c’è ancora del lavoro da fare sul fronte della diversità di genere: nel nostro Paese la regolamentazione ha favorito un miglior bilanciamento, che nel resto d’Europa sarà raggiunto nei prossimi anni”. (Source: www.insurzine.com)
Sicuramente, questo cambiamento non risulta positivo solo per le attività professionali legate ai servizi finanziari ma rivela un cambio di cultura in cui la figura della donna viene pian piano sempre di più messa a al pari dell’uomo e ha le stesse identiche possibilità di avere successi o fallimenti.
Dopo anni e anni di distanze e lotte di potere, è possibile che stiamo vivendo l’epoca in cui tutto questo sta per diventare un lontano ricordo? Un ridicolo errore di valutazione culturale?
Solo il tempo saprà rispondere alla nostra domanda, ma sicuramente le ricerche e i dati raccolti sul tema ci fanno ben sperare.
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