Quando parliamo di assicurazioni, ancora oggi, non siamo abituati a pensare a un mondo legato alla tecnologia, non siamo abituati a pensare ad un mondo innovativo e pieno di nuove risorse.
Abbiamo ancora in mente un settore che si contraddistingue da altri per lunghi tempi d’attesa, molte pratiche burocratiche da attuare e tutto ci sembra molto tradizionale e classico.
Ma le esigenze dei consumatori, che vengono messe al primo posto, sono cambiate nel tempo e se la prima esigenza è quella di accorciare i tempi, al secondo posto abbiamo sicuramente la necessità di avere tutto a portata di mano, o meglio, a portata di click. Proprio per questo motivo l’intero settore ha dovuto inevitabilmente cambiare le sue vecchie abitudini a favore di nuove tendenze che riescano a innovare l’ecosistema e a trovare nuovi trend che possano rispecchiare le richieste di un mercato, abituato nel suo quotidiano, ad avere tutto e subito.
La connected insurance è proprio quello che fa al caso nostro e che riuscirà a portare il settore assicurativo ad un livello successivo, un livello in cui la tecnologia e l’innovazione sono protagoniste indiscusse e in cui tutto ruota attorno ai desideri del consumatore.
Ma cos’è effettivamente la connected insurance?
È una tendenza del settore che utilizza piattaforme di intelligenza artificiale ( IoT, sensori ecc..) per raccogliere dati sui comportamenti degli utenti e da questi dati viene poi effettuato il calcolo del rischio assicurativo con la finalità di proporre al cliente una polizza customer-based e personalizzata.
L’utilizzo di questi dispositivi ha un duplice risvolto, uno è appunto la valutazione del rischio mentre l’altro, monitorando costantemente i comportamenti del consumatore, riduce la sinistrosità dello stesso inducendolo a comportamenti più responsabili.
Due sono i principali settori nell’ambito assicurativo che per il momento hanno applicato questa nuova tecnologia: automotive e home insurance.
Secondo il sondaggio Insurance Nexus condotto da Reuters Events, circa il 78% degli assicuratori automobilistici ha almeno un prodotto di connected insurance sul mercato. Per quanto riguarda le dimensioni del proprio business di prodotti connessi, il 40% degli intervistati ha stimato un valore inferiore a 100 milioni, con solo il 9% supera i 500 milioni. Il 22% del campione stima una dimensione relativa pari a oltre il 5% del proprio business totale, di cui per il 5% superiore al 20%. Solo il 13% degli intervistati ha dichiarato che la propria azienda deve ancora decidere se procedere con un progetto di connected insurance, mentre il 31% è in fase pilota, con un 25% in fase di transizione e un altro 31% pienamente operativo.
Dati alla mano, non c’è da stupirsi se questo nuovo trend tecnologico sarà applicato sempre più spesso e in svariati ambiti del settore. Tutto a beneficio del cliente e degli operanti del settore che ne possono soddisfare a pieno le richieste con polizze cucite su misura per loro.