Risuona attuale tutt’oggi la celebre frase della politica canadese Charlotte Whitton che affermava: “Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà”.
Ieri si è celebrata l’annuale ricorrenza della festa della donna.
Sappiamo veramente cosa abbiamo festeggiato? È sconfortante pensare che nonostante questa festa avvenga ogni anno, il Gender Gap nel mondo del lavoro in generale ma soprattutto nell’ambito delle assicurazioni sia ancora così marcato e diffuso.
Purtroppo questo non salta all’occhio nella vita di tutti i giorni, ma, dati alla mano, vi sveleremo che viviamo ancora in una società in cui esistono mestieri da uomo e mestieri da donna.
Se consideriamo i dati in generale raccolti nel recente rapporto ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), si è registrato un significativo peggioramento per quanto riguarda la disparità di genere in ambito lavorativo.
Emerge infatti una situazione in cui risulta che i livelli retributivi delle donne sono significativamente più bassi rispetto a quelli degli uomini a causa della difficoltà che riscontrano nel raggiungere cariche amministrative e manageriali importanti con compensi economici più elevati.
Un altro punto dolente nella vita di ogni donna è il momento della maternità, che la vede inevitabilmente costretta a scegliere tra la propria carriera e la famiglia.
Infatti, i dati del 2020 raccolti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro che concernono le dimissioni che avvengono come conseguenza dell’arrivo di un figlio, ci rivelano che, 37.611 dimissioni sono state presentate da neomamme (il 73% del totale e il 4,6% in più rispetto al 2018); 13.947 invece, i papà che si sono dimessi, il 27% del totale con un aumento del 3,4% rispetto allo scorso anno.
Ciò che però stupisce maggiormente è che, nonostante queste discrepanze favoriscono senza dubbio il sesso maschile, le donne raggiungono livelli di istruzione più elevati rispetto agli uomini e sono meno inclini ad abbandonare gli studi.
Nel settore assicurativo la situazione è leggermente diversa.
Per misurare con dati oggettivi il Gender gap presente nel settore assicurativo, è stato recentemente ideato ed utilizzato l’Inclusion Impact Index, uno strumento diagnostico digitale finalizzato alla mappatura delle politiche di diversity & inclusion delle aziende.
Il primo aspetto da considerare è quello relativo all’occupazione e all’inquadramento aziendale.
Nonostante la forte e numerosa presenza femminile nelle compagnie assicurative, solo il 10% dei ruoli dirigenziali è ricoperto da donne. La massiccia presenza di sesso femminile, tuttavia, ci fa ben sperare in un futuro che ha come direzione quella della parità di genere.
Un secondo aspetto, ben più preoccupante da evidenziare, è quello del cosiddetto “Gender pay gap”, in cui il divario aumenta guardando alla retribuzione totale annua (Rta), che va dai 3.350 euro a favore degli impiegati maschi sulle colleghe, ai 28.500 dei dirigenti uomini sulle pari livello del gentil sesso.
Noi di CREA, ci auspichiamo un futuro in cui anche il resto del mondo assicurativo, riesca ad evolversi sotto questo punto di vista e riesca ad appianare il divario riscontrato fino ad oggi.
Alla luce dei fatti riportati vi lasciamo con delle domande che speriamo possano far riflettere. Possiamo ritenerci davvero consapevoli di come stanno le cose? Possiamo ancora pensare che basti festeggiare le donne quell’unico giorno l’anno per dare l’impressione di essere una società emancipata? O, piuttosto, dovremmo iniziare ad agire nel quotidiano per avere realmente qualcosa da festeggiare il prossimo 8 Marzo?