Siamo stati abituati a pensare al termine “omologazione” con un’accezione negativa, ma in molti casi non è sinonimo di poca personalità o poca individualità, bensì un modo per avere sotto controllo e in sicurezza qualcosa.
Questo diventa ancora più vero se si parla di dati sensibili e il loro relativo trattamento. In questo caso l’omologazione si trasforma in “standardizzazione” e diventa utile se non necessaria.
Nel sistema nascente delle insurtech, una forte mancanza è proprio quella relativa alla standardizzazione del trattamento dei dati dei clienti, infatti ogni compagnia, ogni agenzia, ha la libertà di trattare i dati come meglio crede, un diritto sicuramente apprezzato da molti, ma non sicuro per i clienti. La necessità di effettuare questo passaggio sta diventando incombente e molti, soprattutto nell’ultimo periodo, si stanno chiedendo quale sia il metodo migliore per avviare il processo di standardizzazione.
una ricerca pubblicata da Supercede (piattaforma globale di collocamento riassicurativo) dimostra nello specifico che a soffrire maggiormente questa condizione è la nicchia riassicurativa che sta perdendo molti dei vantaggi legati alla trasformazione digitale mentre parallelamente il settore assicurativo avanza, modernizzandosi.
“Il volume di dati che cedenti e attuari devono elaborare sta aumentando a velocità vertiginosa. Tuttavia, l’industria sta cercando di gestire i dati del 21° secolo utilizzando processi del 20° secolo che richiedono enormi quantità di lavoro manuale e sono soggetti a errori umani. Di conseguenza, le attività di riassicurazione stanno lasciando una grande quantità di valore sul tavolo”, scrive Paul Bassan, Chief Attuarial Officer di Supercede.
Il whitepaper, evidenzia i rischi e i vantaggi del processo. Tra i principali rischi emergono: mancanza di integrità dei dati, maggiore esposizione al rischio, costi opportunità e mancati guadagni e persino danni alla reputazione che potrebbero portare a un accesso limitato al mercato.
D’altra parte, i principali vantaggi risultano essere:
I vantaggi elencati, ad un occhio inesperto possono sembrare banali, ma sono essenziali per ottenere maggiore efficienza e redditività.
“La creazione di uno standard per i dati non è un’impresa facile, ma i vantaggi nel farlo saranno abbondanti”, ha affermato Ben Rose, presidente e cofondatore di Supercede. “Sebbene ciò rappresenti una sfida per coloro che fanno parte dell’ecosistema riassicurativo, rappresenta anche un’opportunità di cambiamento”.
Nonostante la consapevolezza dell’ardua impresa, dare inizio a questo processo potrebbe significare una svolta per molti. Il settore assicurativo e riassicurativo si posiziona ad oggi come uno dei settori che sta affrontando la sfida di sviluppo più significativa e come tutte le imprese necessita di tempo, pazienza e impegno.
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